Oggi, martedi' 28 luglio 2020 le Chiese Ortodosse commemorano i Santi Procoro, Nicanore, Timone, Parmenas e Nicola, Apostoli e Diaconi, mentre le Chiese Cattoliche celebrano i Santi Nazario e Celso, Martiri.
Oggi lunedi' 27 luglio 2020, è un giorno speciale, in quanto le Chiese Ortodosse e le Chiese Cattoliche celebrano e commemorano, unite San Pantaleone o Pantaleimone di Nicomedia, medico e taumaturgo. Pantaleone Martire, vissuto nel IV sec. è, infatti, uno di quei santi la cui popolarità fu tanto grande in Occidente, quanto in Oriente.
La sua Passione greca, ebbe per questo, numerose versioni latine, oltre a traduzioni nelle diverse lingue orientali. Il racconto ci riferisce che Pantaleone, era nato da madre cristiana, ma non era stato battezzato, ed aveva iniziato una brillante carriera medica quando un prete gli rivelò la potenza di Cristo, medico dell'anima e del corpo.
Convertitosi alla fede Cristiana, e fiducioso da allora nell'efficacia della preghiera, compì parecchi miracoli, guarendo in particolare un giovane morso da un serpente e ridando la vista ad un cieco.
Denunciato probabilmente da alcuni colleghi, invidiosi dei suoi successi, comparve dinanzi all'imperatore Galerio, che lo sottopose ad un'ordalia per verificare i suoi doni di taumaturgo.
Poco convinto, a quanto pare, dal buon esito della prova, l'imperatore consegnò il santo ai carnefici, e dopo torture tanto numerose quanto raffinate, San Pantaleone fu infine decapitato, un 27 luglio, forse del 305. Quando il martire ebbe terminato la sua ultima preghiera, i testimoni dell'esecuzione udirono venire dal cielo una voce che diceva: «Di suo nome non sarà più Pantaleone, ma Pantaleemone (dal greco Pantaleémon, cioè 'colui che è misericordioso verso tutti')", da cui la doppia denominazione nel suo culto che è molto antico.
Il santo compare, infatti, sia nel gruppo greco dei medici «anargiri" sia nel gruppo occidentale dei Quattordici Intercessori (o Quattordici Ausiliatori).
A Costantinopoli, gli fu dedicata una chiesa da Giustiniano nel VI secolo, e nella medesima epoca gli furono intitolati un monastero di Gerusalemme, ed un altro nel deserto del Giordano.
Dall'Oriente il culto passò in Italia, tanto che, a Roma, San Pantaleone, era il patrono di tre chiese.
È inoltre patrono della diocesi di Crema, e Venezia si mostrò ancora più ospitale verso il martire di Nicomedia. Sulla laguna, infatti, San Pantaleone era così popolare, ed il suo nome così diffuso, che fini col designare il veneziano tipo nella commedia italiana.
ABUNA YESEHAQ
L'APOSTOLO ORTODOSSO DEI CARAIBI
Veramente pochi crediamo, sono quelli che conoscono la storia di Abuna Yesehaq, vale a dire Sua Eminenza l'arcivescovo Yesehaq, dell'emisfero occidentale (al secolo Laike Maryam Mandefro) nato nel 1933 ad Adwa, in Etiopia è stato monaco del famoso monastero di Debra Libanos, in Oronia, e nel 1970 fu inviato dall'Imperatore Haile Selassie I in Giamaica, per riportare i rastafariani sulla retta dottrina ortodossa. In Giamaica si dedico' con molto fervore alla missione assegnatagli, tanto che si dice che egli abbia personalmente battezzato oltre 45.000 persone.
Nel 1979 fu nominato Arcivescovo Primate della Chiesa Ortodossa Etiope per l'emisfero occidentale e l'anno successivo conobbe la notorietà quale Padrino e guida spirituale del cantautore e chitarrista giamaicano Bob Marley maggior esponente della musica reggae, il quale fu battezzato alla fede ortodossa il 4 novembre 1980 nella Chiesa etiope di New York.
Quando Bob Marley morì a seguito di un melanoma maligno, Abuna Yesehaq presiedette il suo funerale allo stadio nazionale di Kingston (Giamaica).
L'opera di apostolato di Abuna Yesehaq è stata incessante tanto che a lui fa riferimento la costituzione di più di 70 congregazioni con oltre 300.000 membri, per la maggior parte nei Caraibi.
Questo straordinario apostolo dell'ortodossia è morto il 29 dicembre 2005 a Newark (New Jersey, USA) e fu sepolto per sua espressa volontà in Giamaica dove è tumulato nel mausoleo sito nella Cattedrale della Santissima Trinità di Kingston.
Si tratta quindi della storia di una delle figure più interessanti dell'Ortodossia contemporanea.
Buona Santa Pasqua a tutti!!!
Oggi, Grande e Santo mercoledi' 17 aprile 2019 le Chiese Ortodosse commemorano San Simeone Ieromartire, mentre le Chiese Cattoliche celebrano San Roberto di La Chaise-Dieu, Abate.
Anche la Chiesa Ortodossa Italiana, si associa al dolore simbolico che l'incendio della cattedrale di Notre Dame, ha provocato nel mondo Cristiano, e non solo.
Tuttavia come insegna l'esperienza del "martirio di fuoco" di San Jacques de Molay, che si svolse proprio davanti a quella cattedrale anch'essa, oggi, bruciata, il fuoco distrugge, ma al contempo, purifica. Così come i Cavalieri del Tempio, infatti, sopravvissero in clandestinita' arrivando appunto, ai nostri giorni, così non sarà l'incendio di Notre Dame ad abbattere il Cristianesimo, anzi lo rafforzerà come dimostrano le preghiere spontanee di migliaia di persone di fronte alla chiesa in fiamme, e chissà che finalmente la Francia, non inverta la rotta abbandonando il laicismo di stato, che sempre più nel tempo ha sconfinato verso il relativismo culturale e l'ateismo che, a nostro avviso sono la causa principale dei mali della società europea odierna, dominata dall'ossessione del denaro, cosa importante certo, ma destinata a perire con ognuno di noi anziche' dallo Spirito. Ecco perche' animati dalla speranza, ed ispirati dallo Spirito, mostriamo Notre Dame, non distrutta ma nel suo splendore originario.
Evanghelion Ortodosso di oggi, domenica 14 aprile 2019
+ Giovanni 12,1-18 +
Sei giorni prima della Pasqua, Gesù andò a Betània, dove si trovava Lazzaro, che egli aveva risuscitato dai morti. E qui gli fecero una cena: Marta serviva e Lazzaro era uno dei commensali. Maria allora, presa una libbra di olio profumato di vero nardo, assai prezioso, cosparse i piedi di Gesù e li asciugò con i suoi capelli, e tutta la casa si riempì del profumo dell'unguento. Allora Giuda Iscariota, uno dei suoi discepoli, che doveva poi tradirlo, disse: «Perché quest'olio profumato non si è venduto per trecento denari per poi darli ai poveri?».
Questo egli disse non perché gl'importasse dei poveri, ma perché era ladro e, siccome teneva la cassa, prendeva quello che vi mettevano dentro. Gesù allora disse: «Lasciala fare, perché lo conservi per il giorno della mia sepoltura. I poveri infatti li avete sempre con voi, ma non sempre avete me».
Intanto la gran folla di Giudei venne a sapere che Gesù si trovava là, e accorse non solo per Gesù, ma anche per vedere Lazzaro che egli aveva risuscitato dai morti. I sommi sacerdoti allora deliberarono di uccidere anche Lazzaro, perché molti Giudei se ne andavano a causa di lui e credevano in Gesù. Il giorno seguente, la gran folla che era venuta per la festa, udito che Gesù veniva a Gerusalemme, prese dei rami di palme e uscì incontro a lui gridando:
Osanna!
Benedetto colui che viene nel nome del Signore,
il re d'Israele!
Gesù, trovato un asinello, vi montò sopra, come sta scritto:
Non temere, figlia di Sion!
Ecco, il tuo re viene,
seduto sopra un puledro d'asina.
Sul momento i suoi discepoli non compresero queste cose; ma quando Gesù fu glorificato, si ricordarono che questo era stato scritto di lui e questo gli avevano fatto. Intanto la gente che era stata con lui quando chiamò Lazzaro fuori dal sepolcro e lo risuscitò dai morti, gli rendeva testimonianza. Anche per questo la folla gli andò incontro, perché aveva udito che aveva compiuto quel segno.
Esegesi:
Questo passo dell'Evanghelion di Giovanni, e' molto duro, ma anche, ahinoi, molto attuale, in quanto mostra l'infedelta' di Giuda, gia' prima del tradimento, definendolo senza giri di parole, ladro.
E la risposta di Gesu' e' altrettanto dura, perche' se da un lato, rivela la natura messianica del Cristo, che era in grado di sapere cio' che sarebbe successo qualche giorno piu' tardi, col Suo Sacrificio, dall'altra, suona come una condanna senza appello per il ladro stesso.
Dire, infatti, come Gesu', "i poveri li avete sempre con voi" smaschera la cattiva coscienza del falso apostolo, ponendo, ad essa la domanda: "Come posso aiutare i poveri se penso solo ad accumulare denaro per me?"
Ovviamente, cosi' come stava scritto, e doveva essere, Giuda, non si e' posto tale domanda, ed ha perseguito nel suo infame tradimento di Cristo, ma cosa ci ha guadagnato, alla fine?
Solo la dannazione eterna, anche terrena, perche' noi sappiamo che esiste l'inferno, ma anche abbracciando la teoria della negazione dell'esistenza di quest'ultimo, il nome di Giuda, resta impresso nella memoria dell'uomo, anche oggi, come simbolo di tradimento ed infamia, e quindi se pure il diavolo non esistesse, Giuda, e' stato comunque condannato ab aeternum dagli uomini.
Quindi noi che viviamo, oggi, in questi tempi difficili, dove sembra predominare la philosophia materialista del "mio", al posto di quella spirituale dell'io, dobbiamo porci la domanda, alla quale la coscienza di Giuda sfuggi': "Come posso aiutare i poveri se penso solo ad accumulare denaro per me?"
La risposta, a questa domanda puo' essere solo la Carita', che non va intesa come semplice elemosina di due monete a chi ne ha bisogno per lavarsi, appunto, la coscienza, ma come "Coscienza della Condivisone Caritatevole", che e' concetto ben piu' ampio, e spirituale. Occorre, oggi piu' che mai riconsiderare il proprio essere Cristiano, e Cristiano Ortodosso, che non vuol dire essere piu' puro, o migliore degli altri Cristiani, ma essere in qualche modo custode della tradizione Cristiana piu' autentica, ed orientarsi verso non il rifiuto del mondo terreno, e dei suoi beni, scelta radicale, riservata solo a pochi, grandi Santi nella storia, ma verso un utilizzo piu' condiviso dei propri beni materiali, per aiutare chi ha bisogno secondo le nostre possibilita' per non impoverirsi a nostra volta. Guardiamo Gesu' che proprio nel finale del passo dell'Evanghelion odierno, si presenta, fieramente come un Re senza corona, e senza scettro, non a cavallo di un detstriero purosangue, ma di un asino, tranquillizzando i potenti, riguardo la Sua volonta' di dominio sul mondo, ma prendendosi anche gioco di loro, che si illudevano di avere potere, senza capire che il vero potere non e' di questo mondo, soggetto ai limiti temporali della vita umana.
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Oggi lunedi' 8 aprile 2019 le Chiese Ortodosse commemorano i Santi Erodione, Agabo, Rufo, Asincrito, Flegonte ed Erma, del gruppo dei 70 discepoli, mentre le Chiese Cattoliche celebrano San Dionigi di Corinto, Vescovo.
Oggi giovedi' 4 aprile 2019 le Chiese Ortodosse commemorano i Santi Teodulo ed Agatopodo Martiri mentre le Chiese Cattoliche celebrano Sant'Isidoro di Siviglia, Vescovo e dottore della Chiesa.
Nella foto che segue potete vedere il nostro Legittimo Primate, Monsignor Ireneo, in un cordiale incontro, svoltosi a Firenze nei giorni scorsi, col Patriarca Cattolico di Siria, Ignace Joseph III Younan.
Evanghelion Ortodosso di oggi, domenica 31 marzo 2019
+ Marco 8 34-9 1 +
'Poi Gesù chiamò la folla insieme con i discepoli e disse: 'Se qualcuno vuol venire dietro a me, smetta di pensare a se stesso, prenda la sua croce e mi segua. Chi pensa soltanto a salvare la propria vita la perderà; chi invece è pronto a sacrificare la propria vita per me e per il Vangelo la salverà. Se un uomo riesce a guadagnare anche il mondo intero, ma perde la sua vita, che vantaggio ne ricava? C'è forse qualcosa che un uomo possa dare per riavere in cambio la propria vita? Se uno si vergognerà di me e delle mie parole di fronte a questa gente infedele e piena di peccati, anche il Figlio dell'uomo si vergognerà di lui quando ritornerà, glorioso come Dio suo Padre, insieme con i suoi angeli santi. E aggiungeva: 'Io vi assicuro che alcuni tra quelli che sono qui presenti non moriranno, prima di aver visto il regno di Dio che viene con potenza'.
Esegesi:
Seguire Cristo è una scelta libera perché è una scelta d'amore; e non vi può essere amore senza libertà.
Ma seguire Gesù è anche una scelta scandalosa: significa croce assicurata per tutti indistintamente.
Ed è su questo punto centrale e decisivo che avviene lo scontro tra la vera fede od il rifiuto di essa.
La vocazione definitiva del cristiano è la partecipazione alla morte e alla risurrezione di Cristo per la salvezza propria ed altrui. San Pietro, ad esempio aveva, in precedenza proclamato che Gesù era il Cristo e sembrava quindi un credente, in realtà, egli non accettava il significato più profondo della messianicità di Cristo: la croce.
La fede è un modo di vivere, non di teorizzare; un modo di vivere e di morire come Cristo.
Ed è la morte il vertice della vita, perché liberandoci completamente dall'egoismo, ci rende capaci del più grande e definitivo atto d'amore per Dio.
La croce che dobbiamo prendere e portare è la lotta continua contro la nostra falsa autoaffermazione.
La croce è il supplizio degli schiavi. Il cristiano, come il Cristo, deve vivere come servo di tutti e padrone di nessuno. Rinnegare se stessi è la piena realizzazione dell'uomo perche' significa vincere il falso io che porta all'egoismo, radice di tutti i mali.
L'uomo sentendosi piccolo, insignificante e stupido, vuole affermarsi facendosi ricco, potente ed orgoglioso. Ma è un inganno. Egli infatti si realizza solo quando diventa come il suo Dio, di cui è immagine. E Dio è amore, dono, servizio, povertà, umiltà. La salvezza dalla morte dipende dalla nostra presa di posizione nei confronti di Gesù e del suo vangelo.
Il nostro destino eterno è legato alla nostra fedeltà o infedeltà alla sua parola. Prendere la propria croce significa fare proprio il destino di Gesù e renderlo visibile di fronte agli uomini: un destino di morte e risurrezione che va vissuto fino in fondo, aldila' ed a dispetto dei sacrifici che tale scelta impone.
Omaggio all'antico monastero di Sergiev Posad
L'immagine sopra riportata, e' un'istantanea, scattata ai primi del '900, e ritoccata con le moderne tecniche digitali che ritrae tre monaci, all'interno del monastero di Sergiev Posad, localita' a circa 70 chilometri da Mosca, che e' uno dei piu' importanti centri spirituali Ortodossi.
Fondato, intorno al 1345, da Sergio di Radonez, il monastero della Santissima Trinita', e', infatti, meta di incessanti pellegrinaggi. Ma nel XVII secolo, il monastero fu al centro, anche di importanti eventi storici.
Nel 1608, infatti, durante la cosiddetta epoca dei disordini, i monaci resistettero all'assedio dell'esercito polacco, ed intorno al 1680, l'ancor giovane, Pietro il Grande vi trovo' rifugio, durante la rivolta degli Strelitzi.
Il monastero venne chiuso nel 1919, e riapri nel 1946 diventando, fino al 1988, la sede del patriarcato di Mosca.
Oggi giovedi' 28 marzo 2019 le Chiese Ortodosse commemorano Sant'Ilarione il Giovane, mentre le Chiese Cattoliche celebrano San Sisto III, Papa.
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Oggi mercoledi' 27 marzo 2019 le Chiese Ortodosse commemorano Santa Matrona di Salonicco Martire, mentre le Chiese Cattoliche celebrano San Ruperto Vescovo.
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